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| Ho letto con molta attenzione tutti i commenti precedenti e in special modo quello del nello che reputo senz'altro costruttivo ma con una neanche tanto velata ondata di ottimismo. In primis il fatto che ci siano dei problemi di organico è un dato di fatto così come chiaramente non deve fungere da alibi. Ma affermare che con tizio o caio avremmo magari vinto di più non mi sembra di dire il falso e nemmeno screditare chi comunque al sabato pomeriggio rispetta un impegno preso. Anzi. In sostanza non credo che sia un problema di credere in se stessi o meno, ma essere realisti e guardare in faccia la realtà. Che tristemente ci ricorda, any given saturday (ogni maledetto sabato, parafrasando il film con Al Pacino) che non siamo da serie A. Perchè comunque, per riprendere coloro che ascoltano certe frasi prima della partita, osservare ciò che è sotto gli occhi di tutti non è necessariamente un segno di resa o di disimpegno, ma solo una presa di coscienza di quella che è la stagione in corso. Che comunque si possa fare di più ? Che i plaoff sono cmq possibili ? Sono il primo a dirlo ed il primo a crederci (...ammesso che la fede abbia rilevanza) ma poi non sono le intenzioni a scendere in campo, sono le capacità che devono essere comparate con quelle degli avversari. Che forse anche meno bravi di noi (tutto da dimostrare) ma certamenti più coesi, più squadra. Continuo anch'io a volte sentire di facili trionfalismi o di toni sconfortevoli, e la cosa che più da fastidio è che questi commenti siano presenti partita dopo partita. O meglio sconfitta dopo sconfitta. Perchè se a volte il criterio di giudizio è "se perdiamo con questi...figuriamoci quando dovremo giocare con x..." allora il limite è certamente caratteriale. Ma dove sta scritto, scusate, che con "questi" si doveva vincere ????!!!! Ci è forse dovuto per un passato quasi glorioso ?! Non mi spingo a parlare di arroganza vera o presunta, chiaro è, come già detto dal nello, che troppo spesso e volentieri l'impegno venga sottostimato: ottenere il massimo con il minimo sforzo. Questa sembra la politica che si vuole attuare nei 40 minuti. Non voglio utilizzare parole forti come sacrificio ma l'arrendevolezza che ci colpisce appena il risultato ci è sfaforevole è sconfortante e purtroppo contagioso peggio di una sbadiglio. Io direi che l'atteggiamento deve essere la parola chiave. Invece di pensare che siamo vittima di complotti (arbitri, gianpiero, dario etc etc) dovremmo iniziare a realizzare che siamo vittime semplicemente di noi stessi. Cercare di essere solo più positivi. Almeno quanto lo saremmo all'antidoping...Ops ero a voce alta !!! Per quanto concerne poi quella fase per così dire preparatoria che è il venerdì sera ognuno deve rivolgersi alla propria coscienza; non si può imporre nulla, ovvio e banale dirlo, ma poi credo sia giusto non credere nei miracoli. Servono, ma per cose certamente più importanti di una partita a calcetto. Le discuisizioni tecnico-tattiche le lascio a chi di competenza, non senza aggiungere però che non può essere una schema o due a poter fare la differenza. Per solito sono i giocatori a farla. I tempi delle vacche grasse sono forse finiti direbbe qualche saggio, ma è comunque nostro compito continuare a provarci. Sapendo che solo il campo deve essere il nostro termine di paragone.
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