NBA PLAYOFFS 2008, da Est a Ovest, le grandi sfide finali...

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view post Posted on 13/6/2008, 10:07

la manutensiùn roba bona e pressi bùn

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Corpazzo???

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-lou-
view post Posted on 13/6/2008, 13:13




Ancora una vittoria e il titolo torna a Boston dopo 22 anni
 
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view post Posted on 16/6/2008, 08:09

la manutensiùn roba bona e pressi bùn

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Orgoglio Lakers in gara-5

La finale Nba resta in bilico


Los Angeles batte 103-98 i Celtics, che conducono 3-2 nella serie, e ora si torna a Boston per decidere chi sarà campione. Bryant, Gasol e Odom in evidenza, agli ospiti non bastano 38 punti di Pierce


LOS ANGELES (California, Usa) 16 giugno 2008 - Non è ancora finita. I Lakers riescono ad allungare la serie, restando in vita con la vittoria di gara-5 e rispedendo le finali a Boston per gara-6, domani notte. Lo fanno con una partita che a lungo era sembrata la fotocopia di gara-5. Los Angeles che vola sul +19 (41-22), poi crolla e si fa superare, questa volta addirittura in avvio di terzo periodo (57-58). Ma trova la forza per non cedere e con i tanto (giustamente) bistrattati Pau Gasol (19 punti, 13 rimbalzi e 6 assist) e Lamar Odom (20 e 11 rimbalzi), riesce a imporsi 103-98 in un finale punto a punto, deciso da una palla rubata da Kobe Bryant (25 ma solo 8/21) a Paul Pierce, il migliore dei Celtics con 38 punti (10/22 e 16/19 ai liberi). Ora le cose si fanno interessanti, perché Boston, priva di Kendrick Perkins (spalla), continua ad avere anche un Rajon Rondo molto sottotono. Anche se i due match point casalinghi, dopo una gara-5 comunque persa solo in volata, lasciano ancora spazio all’ottimismo in casa Celtics. Che però a Boston dovranno avere qualcosa di più da Garnett (13 con 6/11 e 14 rimbalzi) e Ray Allen (16 con 4/13), ieri fuggito in fretta e furia a fine gara per "problemi famigliari" la cui natura non è stata specificata.
PRIMO QUARTO - E’ la notte della verità, quella del dentro o fuori, senza domani, "win or go home", vinci o vai a casa. I Celtics partono senza il loro centro titolare. Perkins, nonostante la pretattica herreriana di coach Doc Rivers della vigilia, non gioca. La lussazione alla spalla non gli permette di scendere in campo. Al suo posto in quintetto c’è Leon Powe. L’avvio sembra quello di gara-1: i Celtics litigano col ferro (2/9 in avvio, entrambi di Garnett), Kobe segna 8 dei primi 18 punti dei Lakers (5 sono di Gasol) e i californiani volano sul 18-5 dopo 5’24". Boston prova a reagire con House al posto di Rondo, trova un paio di triple dello stesso Eddie e di Ray Allen (24-15), Bryant è già a quota 15 a 3’ dalla fine del primo quarto. Odom mette il +16 (31-15 a -2’06"), un film già visto tre giorni prima. L.A. ha messo 12 tiri su 19, gli ospiti 6 su 18. Gasol sigla il +17 (39-22) con cui si chiude il primo periodo. I Lakers volano anche grazie al 5/8 da tre.
SECONDO QUARTO - Phil Jackson dà una mano ai Celtics: inizia il secondo quarto con un improbabile quintetto: Farmar (che segna il primo canestro per il 41-22), Vujacic, Walton, Odom e Mihm, rispolverato per la prima volta dal 15 aprile. Pierce si mangia Vujacic e poi Ariza, entrato per Walton, tocca quota 13 e, dopo un canestro di Tony Allen, Boston è a -11 (43-32 a -9’15"). Torna Kobe, ma la musica non cambia: Pierce (marcato da Kobe) e Tony Allen (che a sua volta si prende cura del 24 gialloviola) sono scatenati. Nemmeno il terzo fallo di KG, commesso 20" dopo essere tornato in campo, rallenta Boston, che arriva a -4 (43-39 a 6’40" dall’intervallo con un parziale di 17-2). Sembra pazzesco, ma i Lakers rischiano un altro clamoroso crollo. L’inerzia non cambia, i Celtics ora difendono, asfissiano i gialloviola con Tony Allen play (la caviglia di Rondo è al 20%, a voler essere ottimisti...), Ray guardia, Pierce, Posey e PJ Brown. L’assenza di un uomo di peso in area però si fa sentire. Senza Garnett e Perkins i Lakers capiscono che la strada da prendere è quella dell’area colorata. Danno palla ad Odom che li riporta a +8 (50-42 a -3’10"). Ma Ray Allen e Pierce, con due triple, mandano Boston al riposo sotto solo di 3, 55-52. Bryant è ancora fermo ai 15 dei primi 9’ (con 5/12), Pierce è a 21 con 7/12. Il secondo quarto finisce 30-16 per i biancoverdi, che sono felicissimi di essere a -3 dopo l’avvio terribile e con Garnett (8 punti) che ha giocato solo 11’.
RIPRESA - Boston pareggia con una tripla di Ray Allen (dopo 2 rimbalzi offensivi) e sorpassa per la prima volta con un libero di Pierce (57-58 a -9’59"). Kobe torna a segnare (canestro e fallo per il 60-58 a -9’26"), ma poco dopo commette il quarto fallo (-6’04"). I Lakers, per una volta, reagiscono all’avversità: Fisher (canestro e fallo) e Radmanovic (tripla) li riportano a +7 (71-64 a -5’). Dopo una fase francamente brutta, con errori da una parte e dall’altra, arriva il quarto fallo anche per Garnett (-2’31"). Odom (15 e 9) e Gasol (17 e 9) dalla lunetta regalano il +9 Lakers a fine terzo quarto (79-70). La tripla di Odom fa +12 (84-72) dopo 56" dell’ultima frazione. Walton fa 88-74, House non tiene Farmar e Rivers è costretto a rimettere Cassell visto che Rondo non ce la fa proprio. Sembra finita, ma i Celtics non mollano proprio mai. Sam "I am" mette 7 punti in final per i biancoverdi, e una tripla di Posey completa il 7-0 e li riporta a -4 (90-86 a -5’43"). Pierce e KG pareggiano (90-90 a -4’35"). Il quinto fallo di entrambi nello spazio di 5" complica le cose agli ospiti in difesa. Odom e Fisher dalla lunetta siglano il +4 (95-91 a -3’07"). Nell’arrivo in volata pesano tantissimo i tre liberi sbagliati da Garnett, prima del "furto" di Kobe a 37" dalla sirena, che vola a schiacciare dall’altra parte e lascia avvolto nel panno bianco il trofeo che sarebbe dovuto finire nelle mani dei Celtics. Calma, non è ancora finita...
 
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view post Posted on 18/6/2008, 08:01

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Boston, fantastico trionfo
Lakers demoliti 131-92


In gara-6 delle finali Nba i Celtics spazzano via Los Angeles con una prestazione tutta grinta e intensità. È il 17° titolo dei biancoverdi, dopo 22 anni di attesa. Pierce mvp delle finali

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BOSTON (Massachusetts, Usa), 18 luglio 2008 - Ventidue anni d’attesa, di sofferenza, di tragedie, di un passato che faceva sempre capolino ma era solo carico di nostalgia e rimpianti. Tutto cancellato, in 48’ di rabbia, di un’intensità agonistica che ha cancellato dal campo i rivali di sempre. Boston Celtics, campioni Nba per la 17ª volta. Parole e musica di tre signori, Kevin Garnett, Paul Pierce, l’mvp delle finali, e Ray Allen, che ancora adesso rifiutano di farsi chiamare i Big Three.
I BIG 15 - "Siamo i Big 15" dicono, perché i Celtics hanno vinto prendendosi per mano dal primo giorno, da quel pomeriggio romano davanti al Colosseo, facendosi scattare una foto che fa ancora oggi bella mostra di sé nell’ufficio di coach Doc Rivers. I Lakers fanno solo da sparring partner nella notte dell’apoteosi, seppelliti sotto 39 punti di scarto (record per una partita decisiva di finale), resi inermi già alla pausa (-23), capaci di fare "buh!" ai padroni di casa e del campo sono con la sfuriata iniziale di Kobe Bryant, poi sparito come il sole al tramonto dietro le palme di Sunset Boulevard.
LACRIME - Finisce con le lacrime di Paul Pierce in conferenza stampa, di gioia, per dieci anni passati a soffrire con quella maglia addosso che ora lo rende immortale, al pari di tanti altri Celtic, che prima di lui hanno vissuto momenti come questo. E quelle di Doc Rivers, quando gli chiedono a cosa ha pensato quando ha capito che era fatta: "A mio papà e al fatto che, se fosse stato ancora qui, mi avrebbe detto: "Era ora!"". È il trionfo di Ray Allen, che ha martellato senza pietà la retina gialloviola (7 triple, pareggiato il record per una finale), dopo aver passato 48 ore insonni, accanto al figlio malato: "Abbiamo scoperto domenica mattina, prima di gara-5, che il mio piccolo Walker ha il diabete - ha svelato dopo il trionfo - ci aspetta una dura battaglia, ma sono felice di averlo potuto tenere tra le braccia sul podio". E a quel punto le lacrime di Pierce e Rivers non erano più sole.
IL SIGARO DI RED - E poi Kevin Garnett, che si tiene la testa tra le mani, prende tre, quattro respiri profondi, e ripete "Man, man, man", incredulo, per aver raggiunto il traguardo inseguito da una vita. Urla, abbracci, champagne a fiumi. Una storia che si può scrivere ma che non potrà mai essere raccontata per intero, senza aver visto i volti, sentito le parole, alzato lo sguardo al cielo, a quei 16 stendardi che ora dovranno far spazio a un altro compagno, respirato l’aria umida di alcol e di felicità dello spogliatoio. E pensato a Red Auerbach, il patriarca dei Celtics, che dall’alto avrà acceso il suo inconfondibile sigaro. E a Dennis Johnson, andatosene troppo presto, senza poter vivere con le altre leggende biancoverdi la fine del maleficio.
BATTELLO - La partita non ha mai avuto storia. Se non per quello sprazzo di Kobe, che ha infilato le prime tre triple, toccando quota 11 dopo 6’30". Ma stavolta i Celtics avevano un Rajon Rondo in più, quello che gli era mancato a Los Angeles. Energia pura, in attacco e in difesa, costringendo Kobe a marcarlo e impedendogli di fare il libero come nelle partite dello Staples Center. Odom e Gasol erano i soliti Odom e Gasol da trasferta. Lo spagnolo perdeva 4 palloni nel primo quarto, nel quale i Celtics non decollavano solo per le scarse percentuali al tiro. Ma bastava poco per ribaltare il battello dei californiani. Nonostante un Ray Allen finito in infermeria per una ditata in un’occhio e rimastoci anche a lungo, i biancoverdi ingranavano in attacco, Pierce si scaldava, due triple in fila di Posey e House gli davano il +9 (38-29 a -6’25"). Era l’inizio della fine. La marea biancoverde diventava incontenibile.
ABISSO - Pierce, KG, Rondo, ancora Garnett con un pazzesco canestro e fallo, e poi Perkins, chiudevano il tempo con un parziale di 9-0 (20-6 in totale) e andavano al riposo sopra di 23 (forse quel punto in meno è dovuto alla scaramanzia, visto che 24 punti di vantaggio in questa serie non avevano portato benissimo...) sul 58-35. Kobe si fermava per 22’ a quel canestro con 5’30" da giocare nel 1° quarto. Le cifre alla pausa dicevano tutto: i Lakers tiravano con il 29%, con 8 canestri, 11 palle perse e 5 assist, i Celtics con il 47%, 20 canestri, 4 perse e 17 assist. Un abisso. Nella ripresa Boston non commetteva l’errore di voler gestire il largo vantaggio, continuava ad attaccare, rubare palloni (Rondo arriva a quota 5) e con due liberi di Allen toccava il +29 (77-48 a 6’25" dalla fine del terzo). PJ Brown metteva i liberi del +31 (79-48) e ormai era solo una questione di tempo prima che partissero i tappi di champagne. I Lakers sono giovani, avranno tempo e modo di rifarsi. La notte è biancoverde. Ventidue anni. Cancellati in una notte da favola.
 
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Imperatore8
view post Posted on 18/6/2008, 08:08




Ahhhhhh COME GIOCA BOSTON!!!
 
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MoRnaZ
view post Posted on 18/6/2008, 09:57




THERE CAN ONLY BE ONE

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view post Posted on 18/6/2008, 15:11

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Merlo Suca
 
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